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La mia esperienza a Zwolle 2013
Inserito il 02 aprile 2013 alle 08:56:00 da Cobra. IT - Old News 2013
Dopo aver appreso la bella notizia, che il Rocco Power team sarebbe stato ospite a Zwolle, mi sono promesso di non mancare a questo splendido evento e preparati i bagagli, coperte, tenda, materasso, e qualche centinaio di scudi in tasca, una controllata alla pressione delle gomme della mia mitica Ford e mi sono psicologicamente preparato al lungo viaggio.








Deciso e pianificato l’itinerario, il giovedì mattina, dopo aver incontrato il Primo Cittadino di San Giorgio in Bosco per una questione di cui svelerò i particolari più avanti, mi sono messo in cammino verso i Paesi Bassi.



Percorsi pochi chilometri, ho ricevuto una telefonata inaspettata. Le parole non sono state molte e facevano più o meno così: “ pronto…sono Alessandro…ciao Alessandro, come và? …stiamo partendo e abbiamo un posto libero, vuoi venire con noi?.” A dire il vero volevo fargli una sorpresa ma l’adrenalina già stava cominciando a darmi fastidio “ehm…a dire il vero sono appena partito anch’io……e per andare dove?......per andare a Zwolle!......” A questo punto i discorsi si sono susseguiti a senso unico “Fermati dove sei, trova un parcheggio che quando passiamo sali con noi ciao!!”. E così incominciò la mia avventura. Il camion con il trattore e tutto l’occorrente era già partito la mattina e aveva guadagnato molti chilometri preziosi ed il nostro obiettivo era quello di raggiungerli, passare la notte assieme, per arrivare a destinazione il giorno successivo. Non è stato un viaggio facile, perché il meteo ce l'ha messa tutta, infatti appena entrati in Germania la neve ed il ghiaccio ci hanno accompagnati fino a 200 km dal confine olandese. Borasca ed Archimede, non se la sono passata meglio, pur essendo in vantaggio di molti chilometri, hanno dovuto fare i conti anche loro con la neve ed il ghiaccio e con una gomma scoppiata del rimorchio che hanno sostituito sotto la neve.












Purtroppo lavorare in condizioni difficili ha lasciato il segno…ecco Borasca dopo la medicazione magistralmente fatta dalla nostra cara compagna di viaggio Olivia, “Mimma” per gli amici.








Strada facendo ho fatto conoscenza con il gruppo ed i momenti esilaranti non sono mancati, anzi tutt’altro. Partendo dal liquido tergi vetro che si congelava in continuazione, nonostante il concentrato antigelo, l’impossibilità di togliere il sale dal vetro che di notte fa dei riflessi esemplari, la moltitudine di wurstel mangiati da Fidenzio, spesso abbandonato alle casse a spiegarsi in dialetto veneto, ai meravigliosi panini con il cetriolo. Anch’io, ho cercato di dare il mio contributo, offrendo, in occasione di una sosta, sei caffè per poi svenire per il conto di 15 euro. L’esperienza insegna, e dopo questo salasso ho preferito optare per i distributori automatici e anche lì non sono mancate le occasioni per farsi il sangue buono dalle gran risate.

Insomma pian piano abbiamo raggiunto il camion con Borasca ed Archi che nel frattempo si erano fermati in un bel parcheggio, in mezzo alla neve, e avevano già acceso il riscaldamento nel motorhome. Non credevo che in quel motorhome ci fosse una reggia attrezzata di tutto, con cucina, bagno, doccia-idromassaggio, zona notte con sei posti per dormire e il tutto riscaldato da tre webasto. Anche in questa occasione non sono mancati gli episodi esilaranti che ci hanno fatto sentire meno la fatica del viaggio regalandoci piacevoli momenti, come quello che ha visto protagonista Davide alle prese con le insistenti avance di Alessandro, che in seguito vedremo il coronarsi di un sogno e la prima esperienza di Fidenzio, “prigioniero” del sacco a pelo, con il suo strano bisogno di grandi spazi per il suo “riposo ideale” e con qualche pacca qua e là è arrivata anche l’alba. Una volta ricomposti, ci siamo messi di nuovo in cammino. Prima tappa per fare una buona colazione e ritrovare i nostri amici Luigino, Elias ed Olivia che avevano passato la notte in hotel. La meta era vicina ormai, ci mancavano circa tre ore di viaggio. Godendoci il panorama delle campagne olandesi coperte da un sottile manto bianco che rifletteva in mille colori la luce al sorgere del sole, le altissime pale eoliche che catalizzavano il nostro interesse, e tra un discorso ed una risata, i chilometri sembrano volare e finalmente, il fido “vinceslao”, il nostro navigatore, non sbaglia e ci porta dritti in via “Rieteweg”. Impossibile sbagliare! La struttura che ospita la trentesima edizione del “Salland Olie Tractor Pulling” è immensa con parcheggi enormi! Qui comincia il bello e assieme a “Vince”, nonché Lorenzo, abbiamo cominciato a sfoggiare il nostro inglese con evidente inflessione veneta ma perfettamente comprensibile, per noi. Fin da subito non abbiamo incontrato nessuna difficoltà e la preoccupazione di dove far stazionare il camion in attesa di sistemazione è svanita subito guardandosi intorno e vedendo un parcheggio a perdita d’occhio. Passata la sbarra, toccava l’accreditamento. Arrivati alla reception abbiamo subito avuto a nostra completa disposizione una persona che ci ha accompagnato a vedere l’interno dell’enorme capannone adibito a parcheggio coperto per tutti i mezzi partecipanti. Una volta capito che il nostro portone di riferimento era l’11D, ci hanno detto: questo è lo spazio, mettetevi dove preferite! Sinceramente pensando alle passate esperienze nazionali, mi sono trovato in difficoltà, passare da un organizzazione dove hai già il tuo posto assegnato e a volte ti tocca anche litigare per avere un metro in più e arrivare in Olanda dove mi dicono mettevi dove volete c’è una bella differenza! Abbiamo manifestato l’intenzione di montare la tenda per mettere al caldo il trattore e per mangiare e non è stata sollevata alcuna obiezione, anzi ci hanno subito indicato dov’era la presa della corrente e dell’acqua, dove potevamo lavarci, dov’erano le docce e ci hanno dato le chiavi di una porta nel caso volessimo uscire in completa autonomia.
Dopo pochi minuti la tenda ed il camion erano sistemati, giù i fornelli ed il buon Davide già improntava il pranzo.



















La prima sorpresa piacevole è stata la visita di una rappresentanza del maggior sponsor della manifestazione la “Salland Olie” che ci ha fatto dono di berrettini con tanto di foto di gruppo. Successivamente ci ha fatto visita il responsabile della manifestazione al quale abbiamo subito chiesto dove potevamo trovare un pneumatico per il rimorchio, ed in pochi minuti abbiamo trovato un gommista disponibile. Luigino ha caricato ciò che restava del vecchio pneumatico, sul suo potente pickup ed è tornato vincitore e subito abbiamo provveduto a rimettere ogni cosa al suo posto.










Finalmente finiti tutti lavori di sistemazione siamo andati a vedere la preparazione della pista e qui già cominciavano le prime incognite sul setup della macchina. Per me è stata un’esperienza nuova, in passato mi sono trovato spesso a criticare le scelte dei piloti guardando i trattori mentre tirano, ma questa volta era diverso, bisognava decidere veramente e non guardare e giudicare dopo.













Alla sera, fortunatamente, ci sono state alcune prove che ci sono servite per capire il grip della pista. Questa manifestazione solitamente viene ricordata in particolar modo per l’assenza di grip, infatti se andiamo ad analizzare i filmati delle passate edizioni possiamo osservare diverse rotture, motori che saltano e vari disagi dovuti alla scarsa aderenza. In questa occasione invece la terra aveva sembianze molto simili a quella di Adria con, a mio avviso, ancora più grip. Infatti i tiri di prova che si sono visti hanno confermato che il grip era ottimo, di conseguenza bisognava ragionare sul bilanciamento del trattore.

Non è mancato un po di tempo per andare a fare un giro per il paese, molto particolare, piacevole e ben curato.













Una volta rientrati dalla passeggiata in paese, il problema del setup del FourNoHemi non si era risolto da solo. Dopo una approfondita valutazione Alessandro con tutti i ragazzi del team hanno deciso il setup per il FourNoHemi. Poi c’è stato un momento molto particolare, dal quale sono stato per ovvi motivi escluso, che ha visto impegnati Lorenzo, alias “Vince”, Federico, Giacomo che arrivava direttamente dagli States, e Alessandro. Si sono sistemati davanti ad un pc, con degli strumenti per misurare la qualità dell’aria e dopo qualche ora di lavoro e di consultazioni, fino alle 2 di mattina, incrociando una serie di dati hanno calcolato la corretta carburazione.





Un lavoro lungo, ma come si è visto poi in gara, ha dato ottimi risultati.
Si è chiusa così anche la giornata del venerdi; credo che quella notte nessuno abbia dormito, soprattutto Alessandro e Davide che in un momento di relax si sono lasciati andare ad un romantico……………sorvoliamo và!





Finalmente è arrivata l’alba, come ho già detto, credo che nessuno abbia dormito quella notte da tanta ansia per la gara, infatti Luigino già alle 3 del mattino girava sotto la tenda preoccupato per le temperature del trattore tanto da accendergli il riscaldamento, Fidenzio in carenza di spazio dopo avermi picchiato tutta la notte è andato a fare un giro, Alessandro già preparava la tuta i guanti ed il casco, ed io soggiornavo con le mie calzette da primo ballerino sotto la tenda, perche i miei pantaloni erano rimasti dove dormiva la Mimma, che non volevo disturbare e così ho preferito attendere. Quando tutti si sono alzati, ovviamente per il troppo caldo,( visto che Luigino aveva deciso di scaldare il trattore dentro al motorhome ci saranno stati 40 gradi), il gran giorno è cominciato e dopo aver fatto una buona colazione preparata sempre dal nostro cuoco ufficiale Davide siamo partiti con gli accreditamenti vari.





....scherzavo....questo era il pollo della sera prima!

L’NTTO ha una buona organizzazione, trovi sempre e subito chi si occupa di cosa, per ogni questione o lavoro o esigenza c’è una persona che se ne occupa, e questo snellisce moltissimo, infatti credevo di dover faticare ad individuare chi mi poteva fare il pass per entrare nello spazio dedicato ai fotografi ed ai cameraman ed invece è stato un attimo, tra l’altro l’unico operatore dell’NTTO che parlava pure l’italiano, non vi immaginate che felicità! Ci hanno dato i pass con le casacche e ci hanno indicato, accompagnandoci, quali erano i nostri spazi. Alle 11 era prevista la partenza ed io ero già pronto con la mia telecamerina per filmare i migliori d’Europa in competizione. Nel frattempo in parcheggio le operazioni di preparazione dei mezzi si susseguivano rapide, i mezzi venivano portati fuori per essere accesi e scaldati, una volta rientrati si andava subito in pesa dove veniva regolata la pressione delle gomme, l’altezza di tiro e le zavorre in base al responso della bilancia, dopo di chè i mezzi venivano trainati in parco chiuso per attendere qualche minuto prima di andare in scena.
Intanto i primi problemi, in fase di riscaldamento, un motore non si avviava a causa di un guasto ad una centralina, prontamente sostituita con una di riserva. Pesato e regolato l’altezza di tiro, tutto sembrava essere andato a posto. Dalla mia postazione intravedevo il FourNoHemi coperto con una massiccia coperta per tenerlo al caldo, perché il suo turno era per ultimo, quindi ha dovuto attendere alcuni minuti. Quando è arrivato il suo turno, all’avvio si è ripresentato lo stesso problema. La centralina poc’anzi sostituita lo aveva abbandonato di nuovo, incredibile. Niente paura, il Team Lambada è stato provvidenziale e sono subito accorsi, prestando una delle loro centraline pur di veder andare il FourNoHemy. Per cambiare una centralina ci vogliono alcuni minuti e per riempire quel lasso di tempo l’organizzazione ha anticipato l’intervento di un cantante locale molto conosciuto e stimato nella zona, che ha mandato in delirio la folla per venti minuti. Voi capite quale poteva essere lo stato d’ansia in quei minuti interminabili, credo di averli passati senza mai respirare, accanto a mè c’erano Lorenzo e Davide, anche loro tesi come la corda di un violino con un ansia tremenda con i classici sintomi, sudore freddo, palpitazioni, mancanza di forza e a tratti capogiri con sensazione di ipersensibilità in tutto il corpo, una sensazione tremenda. Finalmente tocca al FourNoHemi, quando si sono avviati tutti e quattro i motori siamo esplosi in un tripudio ed in un attimo Alessandro era già alle direttive di Borasca che gli dava la direzione giusta accompagnato da Federico. Tutto si è svolto in un attimo! Loro lavorano così, non c’è esitazione alcuna e non c’è un secondo perso, da quando ti agganciano alla bandiera verde passano cinque secondi, neanche il tempo di scappare via per i due assistenti che già Alessandro scatenava l’inferno dentro ai suoi quattro Hemi che hanno urlato come non mai! Il cuore andava a mille mentre riprendevo quella che per mè era un’impresa titanica già il fatto di essere lì. Le condizioni erano favorevoli, e dentro di mè ero convinto che la qualifica dovesse essere solo una purà fomalità per il FourNoHemi. Alessandro aveva osservato il comportamento degli altri mezzi, cercando di capire il momento giusto per aprire tutto il gas e non ha sbagliato un niente, non ha risparmiato un filo di gas al momento giusto.

Il filmato lo abbiamo visto ormai tutti, un bilanciamento che non era proprio perfetto con poco peso davanti lo ha portato ad alzare vistosamente il muso. Il particolare che ha osservato Alessandro, dopo il tiro è che la prima volta che il FourNoHemi ha abbassato il muso, lo ha insospettito perche, dice Alessandro, “è andato giù da solo come se qualcosa venisse a mancare sulla trasmissione, io ho chiuso il gas solo successivamente per correggere la rotta e quando ho riattaccato è venuta meno la trasmissione”.


















Non mi aspettavo tanta furia, i ragazzi con i loro calcoli avevano centrato la carburazione in maniera perfetta. Purtroppo il fuori giri dovuto alla rottura meccanica del differenziale ha portato alla rottura di un albero motore, con le conseguenze che tutti abbiamo visto. Una volta raccolti i pezzi ce ne siamo tornati al motorhome a smontare il motore rotto per recuperare il recuperabile ed evitare di danneggiare le testate le pompe e le valvole che ancora pendevano da quell’ammasso ormai inanimato, e a cercare di capire come poteva essere successo un tale disastro. Di fatto, sono state trovate solo due valvole piegate, nessun pistone era uscito, erano tutti piantati alla base del monoblocco, nessun supporto di banco era stato trovato attaccato, quindi si potrebbe pensare che a cedere possa essere stato proprio il banco, solo due bielle si sono rotte in seguito alla rottura dell’albero motore.
Controllando bene ci si è accorti che, nella “botta”, con il brusco arresto, si erano tranciate le viti che fissavano il cross box al telaio e di conseguenza tutti i motori erano scivolati in avanti di 15 cm fino ad appoggiarsi al serbatoio ed alle zavorre, con tutte le conseguenze del caso cioè, tutti i supporti dei motori piegati e via dicendo.





















La ciliegina sulla torta, se così vogliamo chiamarla, è arrivata pochi minuti più tardi quando il buon Lorenzo con Giacomo e Federico sono andati ad analizzare la telemetria e le immagini della on-board camera. Magra consolazione, la on-board camera si era spenta quando è partito e la telemetria, a causa della rottura di alcuni fili o allo sgancio di qualche connettore quando si è rotto il motore, non ha scritto i dati sulla scheda di memoria, della serie, avevano tutti gli strumenti ma nessuno ha funzionato a dovere.

E’ stato incredibile, mentre si riduceva il motore rotto siamo stati letteralmente sommersi dalla gente, abbiamo dovuto delimitare il perimetro. Anche i giudici di gara sono venuti ad analizzare le protezioni del motore e della frizione e sono stati soddisfatti del grado di protezione Tantissimi chiedevano informazioni alcuni chiedevano dei pezzi, le cinghie rotte dei compressori andavano a ruba e la gente se le litigava.

Una nota particolare ed un ringraziamento va ad un grande appassionato di nome Matthias che ci ha fatto visita, regalando ad Alessandro un disegno del FourNoHemi fatto di suo pugno, abbiamo fatto la foto con tanto di poster autografato, gli è stato regalato un pezzo, come ricordo, di questa avventura.





Questo mi ha fatto veramente piacere.
Thank you Matthias G., i hope to see you soon.

La gente poteva girare liberamente ai box, poteva vedere da vicino tutte le macchine, senza nessuna restrizione, quindi era possibile seguire tutte le operazioni dei team in preparazione alla gara, oppure quando si toglievano i motori per fare la categoria minore.
Le incognite erano davvero molte e si discuteva per cercare una spiegazione alla rottura del motore. Tanti team si sono avvicinati per vedere mentre si smontava il motore, e molti hanno detto che le rotture meccaniche ci stanno ma che un motore si rompa in quel modo è molto strano.

Pian piano abbiamo smontato la tenda caricato tutto e ci siamo preparati per tornare a casa, non senza aver salutato gli organizzatori ed i team che ci hanno aiutato.

Il ritorno è stato di certo non meno pesante dell’andata, ma almeno per il primo tratto qualcuno aveva ancora un po’ di energia per chiacchierare e tener sveglio il conducente, ma dopo qualche ora il silenzio imperversava, rotto solo dalle indicazioni del navigatore e dal fruscio dei tergicristalli che mandavano via la neve dal vetro. Solo i litri di caffè la fecero da padrona per non far addormentare il conducente affinchè ci portasse a casa sani e salvi e se sono qui a scrivervi vuol dire che ha assolto in pieno al suo oneroso compito e per questo lo ringrazio.
Borasca ed Archimede con i loro tempi, dettati dalle condizioni meteo e dalle ore di guida, hanno fatto sosta per poi passare l’Austria di giorno senza sovrapprezzo.

Una bellissima avventura, senza alcun dubbio, per questo ringrazio di cuore i fratelli Rocco che mi hanno dato l’opportunità, di viverla insieme a loro.


Non più tardi di un giorno dal nostro rientro, leggendo su FB, con mio grande stupore, vedo una foto di Federico abbracciato ad un nuovo monoblocco, il titolo della foto era: TFX the show must go on! Solo allora mi sono reso conto che l’avventura non era finita ma era solo all’inizio! Quando tornai a recuperare le valigie, che avevo messo nel camion, trovai tutti al lavoro a smontare il trattore con una energia ed un entusiasmo esemplare. La cosa mi ha fatto un immenso piacere, e non ho potuto non entrare in officina. Il FourNohemi era tutto nudo, con in bella vista tutti i segni della devastante rottura e il fabbro, Lorenzin da me soprannominato "l'uomo dalla forza bestiale" che si adoperava con i ferri del mestiere.















In quel momento si stava smontando proprio il differenziale. Non ho resistito ed ho dovuto curiosare per vedere come fosse ridotto. Tolto dall’alloggiamento e appoggiato sul banco ecco svelata la prima causa….



















Cuscinetto con i rulli fusi, quindi il pignone ha perso l’appoggio e ha tentato di uscire spingendo sulla trasmissione, lavorando male e sotto la potente spinta dei motori ha “sgranato” anche la corona…il seguito già lo sappiamo.


La sera stessa prima di congedarmi già presentavano un nuovo motore sul telaio per vedere alcuni particolari sulle misure e sugli ancoraggi.













Altra nota interessante è proprio sulla potenza dei motori. Sembra che nessuno segua il tractor pulling, invece è molto più seguito di quanto non crediamo. Dall’America sono arrivati molti quesiti, attraverso il nostro amico Giacomo, che là ci lavora, e dopo uno scambio di dati, un esperto preparatore di dragster ha fatto pervenire al Team Rocco una simulazione di calcolo della potenza sulla base dei dati forniti. Il risultato, secondo i suoi calcoli, sarebbe di circa 3000 hp. I motori a rischio erano entranbi quelli posteriori perché non così robusti come quelli davanti. Quindi servono monoblocchi con doppia vite sul supporto di banco e un albero motore di classe superiore, quelli capaci si sopportare potenze fino ad 8000 hp, come i due motori anteriori, come quelli usati nei dragster a nitro-metano. La potenza sicuramente è stata molta, infatti tutti gli alberi delle frizioni erano in queste condizioni.






....e qui già quelli nuovi....






Quindi, ora ci sono già due motori buoni, un altro era già pronto in attesa di essere istallato ed un altro, quello che mostrava Federico, in fase di allestimento. Inoltre sono in fase di miglioramento anche i supporti dei motori e l’ancoraggio al telaio del cross box.
Tutto sembra facile leggendo il mio racconto ma così non è perché dietro ci sono moltissime ore di lavoro, di Federico, Lorenzo, Paolo e tante persone che hanno grande passione e si divertono nel mettere il loro lavoro e la loro professionalità per vedere poi andare fortissimo il FourNoHemi. Lo speriamo davvero, soprattutto in vista della nuova esperienza europea che il team Rocco si accinge ad iniziare.

Questa esperienza, più di altre, mi ha segnato molto in profondità, conservo una grande amarezza, frutto della mia illusione. Una grande esperienza soprattutto dal punto di vista umano per la semplicità, per l’impegno, per la coesione del gruppo, per la bontà e l’operosità di ogni singolo, per la forza ed il coraggio di mettersi sempre in gioco e di non scoraggiarsi mai di fronte alle difficoltà, per la voglia di arrivare sempre fino in fondo.
Grazie a Borasca e ad Archimede che vi ho sempre visti sorridere, ad Olivia e Davide che vi siete presi cura di tutti, a Luigino che ci ha acceso il bruciatore alle tre di mattina per paura che i motori avessero freddo, ad Elias che con Tarcisio abbiamo montato e smontato la tenda, a Giacomo che è volato in Olanda dall’America apposta per questo evento, a Fidenzio che ha diviso il letto “matrimoniale” con me, a Lorenzo e Federico che avete studiato una carburazione perfetta e a Paolo che ha tutto l’inventario in testa e senza di lui non avrebbero portato tutto l’occorrente. Infine c’è Alessandro, come faccio a dirti qualcosa di buono……… che hai rotto il trattore?
Sono orgoglioso di aver fatto questa esperienza con voi ragazzi.
Alla prossima.



Cobra

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