I pezzi da 100 hanno dato grande spettacolo con fuoco e fiamme...









Proprio così, come da titolo, i plurimotore si sono dati battaglia all’ultimo sangue.

Attila motorizzato Tatra V12 condotto da Giuseppe Antonello è stato tradito dall’ugello dell’iniezione ad acqua che si è otturato invalidando entrambi i suoi tentativi. Questo dimostra quanto sono importanti le temperature in camera di combustione e la pesantezza dei gas di scarico per non far cadere le turbine e per non far fondere i pistoni. Le sue tirate inizialmente apparivano buonissime e con le condizioni di aderenza che c’èrano avrebbe sicuramente raggiunto il full pull ma in entrambi i casi superati i 75 metri le turbine cadevano apparentemente senza motivo.





Giuseppe ha controllato tutti i manometri e le pressioni inizialmente erano altissime addirittura oltre i 6 bar, quindi comprensibile la rabbia mentre si ricercava il problema per arrivare a scoprire per l’appunto la mancata iniezione dell’acqua. A fine gara Giuseppe ha voluto fare una prova e tutto è andato per il meglio sia per l’acqua che per il raggiungimento del full pull. Peccato ma siamo certi che andrà meglio la prossima volta.





E’ apparso in ottima forma anche il primo mezzo di casa Rocco, condotto da Stefano Brogin che ha fatto una gara perfetta. La qualifica è stata abbastanza facile, il motore era in forma smagliante ed il bilanciamento perfetto mentre in finale ha un po’ sofferto, comprensibilmente, dell’aumento di peso della slitta che lo ha fermato a 39,79 metri.









Gara non facile da interpretare per i big che in qualifica si sono studiati ed in finale hanno contato anche i minimi particolari nel bilanciamento. Ma la grande differenza questa volta l’ha fatta il “manico” ovvero il sangue freddo dei piloti.

Il Tornado 2 di Gianluigi Baroncini non ha avuto difficoltà in qualifica ma si sono evidenziati dei punti critici sulla pista che nella parte centrale era più bagnata quindi era necessario prendere velocità più rapidamente possibile inizialmente per cercare di superare il punto critico e spuntare qualche metro in più. Sembra cosa facile ma facile non lo è affatto. I 45 non hanno sofferto moltissimo in partenza ma di sicuro non erano in assetto ottimale per cercare di avere la massima aderenza nella metà buona della pista. Pensiamo solo ai piccoli della italian pulling dove alcuni non sono neanche riusciti a muovere la slitta. Morale della favola ognuno ha fatto del suo meglio cercando di gestire una cavalleria esagerata mantenendo una traiettoria più rettilinea possibile. Il Tornato 2 arrivato ai 60 metri ha cominciato a sbuffare strano e al suo arresto a 96.54 metri ha illuminato la pista con un bel fuoco quasi trasparente che avvolgeva interamente il terzo motore. Niente di grave, fuoco spento immediatamente ma la causa è da ricercare forse in una perdita nell’iniezione del metanolo.













Piazza d’onore per il quadrimotore, FourNoHemy, di casa Rocco che questa volta a Thiene ha dato per la prima volta un grandissimo saggio di potenza. La pista era a suo vantaggio con una condizione di aderenza tale da consentirgli di trovare appiglio per scaricare a terra i suoi 10500 cavalli e per farci godere del suo sound celestiale. Qualifica senza esitare con un filo di gas e finale veramente entusiasmante. Perfetto il bilanciamento, Alessandro Rocco è riuscito a trovare subito il feeling con la pista ed in finale la sua prontezza ha fatto la differenza. Infatti il FourNoHemy ha trovato appiglio da subito e Alessandro ha potuto affondare la manetta fin da subito arrivando in fondo con le lancette del contagiri che superavano gli 8000 giri! Il responso della telemetria lo proclama vincitore con 102,98 metri.













... e il podio...







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Cobra