Anche questa volta i piccoli ne sono usciti molto male, dieci iscritti e solo quattro finalisti…
Ottima gara per Alfredo Saviola con un Wild Wolf davvero in forma. Piccola incertezza in fase di carico poi risolta ed il Genesis ha cantato a meraviglia. In finale è andato bene ma un po’ di aderenza lo avrebbe sicuramente premiato. Comunque con 79,07 metri si aggiudica il terzo posto che gli consente di fare il sorpasso del New Bufalo in classifica e risalire al secondo posto.
Annata difficilissima per Mauro Pellegrino con il Silver Ford che anche questa volta ha scoppiato il turbo. Sembra una sorta di maledizione perché in tre gare ha scoppiato il turbo tre volte. Speriamo che Mauro ne trovi uno all’altezza del suo Ford Silver perché vogliamo tornare a vederlo con le ruote alzate di nuovo sul podio.
Per il team Lamborghini è stato un nuovo acquisto, lo hanno provato a Fiume Veneto dove hanno visto che c’era qualche cosa da sistemare. A Lonato E-Tor è arrivato in formissima e a condurlo ci ha pensato Alessandro Vannelli. Qualifica in due tempi e finale di tutto rispetto che lo vede aggiudicarsi con 75,48 metri il quarto posto. Alessandro Vannelli è stato costretto a lasciare la manetta per evitare un fuori pista altrimenti lo avremmo visto insidiare pericolosamente il gradino più basso del podio. A causa del brusco atterraggio è stato necessario l’intervento del manitou. Il motore non è apparso ancora carico al 100% ma siamo sulla buona strada.
Dopo un anno di assenza dalle arene è ritornato Giuseppe Empireo che debutta con il suo nuovo Speedy. Il connubio è quello che già conosciamo bene, Genesis davanti e Ford 4000 dietro. L’elaborazione è ancora soft ma pian piano troverà il giusto bilanciamento per poter crescere ancora. Il suo primo tentativo si è fermato a 76,64 metri. Niente di fatto in fase di recupero a causa di una frizione un po’ troppo stretta che non gli ha dato sufficiente fiato per gonfiare il motore.
Problemi ancora per lo Spalanco team che non è riuscito a risolvere il problema al reparto pneumologia del Baby Tornado che quest’anno sta subendo i forti attacchi degli avversari. Ancora turbina che cade quando la waste gate scarica la contropressione. La perdita di due dei suoi tre turbo è stato devastante e risulta difficile ritrovare la giusta fasatura per farlo ritornare prestante come ci aveva abituati. 54,76 la sua migliore prestazione valida per il settimo posto.
Buona la gara del Lamborghini Squalo motorizzato Rise 3 valvole con alla manetta Ruggero Massari che a Lonato ha dato una grande prova di se dimostrando notevole sangue freddo. Infatti in fase di qualifica lo Squalo si è imbizzarrito ed il cofano si è spalancato ma Ruggero non ha mollato la manetta ed è riuscito a varcare la soglia dei 100 metri. In finale la pista era notevolmente cambiata e di difficile interpretazione, lo Squalo ha avuto qualche difficoltà a trovare appiglio ma la sua prestazione è stata buona e con 87,64 metri si aggiudica il secondo posto.
La Fiat R 25 ha avuto una giornata alquanto rocambolesca ma nonostante ciò Loris Spadoni è riuscito a stare davanti a tutti. In qualifica poco oltre i 25 metri l’ingranaggio della marcia si è frantumato. Niente paura, la cassa del cambio è abbastanza capiente per contenere tutti i pezzi senza problemi. Loris non aveva mai avuto modo di provare una marcia più lunga e questa era l’occasione giusta. Qualifica in velocità e finale da cardiopalma dove il generoso motore OM 8365.25 non ha fatto neanche una piega e la marcia lunga se l’è tirata come se niente fosse addirittura facendogli alzare il muso come a dire “non mi serve mica una marcia più corta!”. E con 88,73 metri la Fiat R 25 va sul gradino più alto del podio.
Giornata negativa per Gianni Moretti ed il New Bufalo che tenta la qualifica in due tempi senza riuscirci. Il primo tentativo è finito sgonfio ma non era riuscito a caricare bene il motore Cummins 4 valvole, mentre nel secondo tentativo il motore si era liberato bene ma non ha digerito l’acqua sgonfiandosi a colpi di tosse.
Giornata negativa anche per il Team Ancarani con Toro Blu. Poco oltre i 20 metri è scoppiato il turbo.
Ultimo Il Cobra Bite condotto da Diego Barosi. Inizialmente è apparso molto carico ma il bilanciamento della macchina non è apparso speciale infatti prima dei cento metri Diego ha tentato di rimettere a posto le cose visto un continuo beccheggio ma non c’è stata storia ed il Cobra Bite si è arrestato in una strana nube di fumo bianco a 96,72 metri senza ripresentarsi poi al gancio per il suo secondo tentativo segno evidente che quella nube di fumo bianco è stata segno di un qualche cedimento.
... ed ecco il podio ...
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Cobra